Trading online: il “risiko fusioni” fa volare l’indice bancario

Dallo scorso ottobre, in concomitanza dell’annuncio di Pfizer relativo alla scoperta del vaccino sul covid19, i mercati finanziari hanno dato il via ad un rally che, al momento, pare non arrestarsi. I timori di una possibile correzione dei listini finanziari, tuttavia, restano aperti: molti mercati fanno registrare i massimi storici e, nei prossimi mesi, qualche presa di beneficio potrebbe avvenire. 

Una situazione che impone grande accortezza da parte dei trader, che, giocoforza, dovranno operare con maggior oculatezza, andando a cogliere quelle opportunità che i mercati sono in grado di offrire anche nei momenti di forte volatilità. Ogni risparmiatore, quindi, può proseguire la propria attività di Trading online, attuando scelte più selettive e mirate.

Le prossime mosse di Unicredit

Negli ultimi mesi, ad esempio, il settore bancario è stato decisamente attenzionato dai piccoli e grandi risparmiatori. Dopo anni di “moral suasion” da parte della Banca Centrale Europea, anche il mondo bancario nostrano è stato toccato dal tema “aggregazioni”. A dare il via al grande risiko bancario è stata Banca Intesa, che pochi giorni prima dell’emergenza sanitaria lanciò l’OPA su UBI Banca. 

Un’operazione concretizzatasi nel mese di luglio dello scorso anno, con l’acquisizione dell’istituto bergamasco-bresciano da parte della banca guidata da Carlo Messina. Un’acquisizione che ha consentito a Banca Intesa di diventare un colosso a livello europeo e superare dimensionalmente Unicredit Banca, altro colosso italiano protagonista da diverso tempo presente anche nel panorama finanziario del Vecchio Continente

Ed è proprio la banca milanese, alla cui guida è arrivato un manager di comprovata fama internazionale come Andrea Orcel (definito, nel settore, il “Cristiano Ronaldo della finanza), che potrebbe scatenare il domino definitivo delle aggregazioni. Dopo l’arrivo dell’ex ministro delle finanze Padoan, i rumors su una possibile acquisizione di Monte dei Paschi, che il ministero del tesoro sarà costretto a vendere entro la fine dell’anno, si sono rincorsi di continuo. 

Ma ad oggi, nulla si è concretizzato. Il closing non è mai arrivato. E negli ambienti della finanza, circola con insistenza la voce che Unicredit possa lanciare un’OPA per acquisire Banco BPM, istituto con un azionariato molto frazionato e di conseguenza “scalabile”. Per Montepaschi, invece, prende corpo la cosiddetta ipotesi “spezzatino”, che potrebbe veder coinvolte altre banche oltre alla stessa Unicredit. 

Il ruolo di BPER e Crédit Agricole nel risiko bancario 

I due maggiori indiziati ad acquisire una parte degli asset attualmente posseduti dalla banca toscana sono altri due player che negli scorsi mesi, direttamente o indirettamente, sono stati protagonisti del risiko bancario: BPER e Crédit Agricole. L’ex Popolare Emilia Romagna è stata parte integrante della scalata di Intesa nei confronti di UBI Banca, acquisendo gli oltre 600 sportelli che l’istituto torinese, per motivi di antitrust, ha dovuto cedere ad un altro soggetto finanziario. 

Quando si dice “BPER”, si legge “Unipol”. Il colosso assicurativo bolognese, infatti, è il socio di maggioranza della banca modenese, con una quota di quasi il 20% ed è il candidato principale a creare il terzo polo bancario. Non è casuale, in tal senso, che la società guidata da Cimbri abbia aumentato la partecipazione in Popolare Sondrio, dove, con una quota del 9%, è diventato azionista di maggioranza e pare orientato a fondere in BPER. 

Credit Agricole, invece, ha appena concluso con successo l’acquisizione di CREVAL ed è estremamente interessata ad aumentare la propria penetrazione sul mercato italiano. Secondo i rumors, l’istituto francese potrebbe acquisire una fetta consistente di Monte dei Paschi e acquisire altri istituti di medio-piccole dimensioni presenti sul territorio italiano. 

Il settore bancario, quindi, potrebbe risultare ancora decisamente appetibile per i trader. Le fusioni, infatti, consentono di creare istituti più solidi e maggiormente profittevoli. L’indice bancario italiano (FTSE Italia All-Share Banks Index) ha fatto registrare un significativo +35% nei primi cinque mesi dell’anno, ma è ancora lontano dai massimi storici. Le aggregazioni potrebbero, ipoteticamente parlando, favorire un incremento del valore di alcuni titoli del settore.