Inflazione, tassi in aumento e conflitto in Ucraina: come operare nei mercati finanziari?

Dopo un periodo lungo oltre un decennio, i risparmiatori hanno riscoperto, loro malgrado, come la volatilità sia un elemento fortemente presente nella gestione dei loro risparmi. È inutile negare come dopo la crisi finanziaria e quella – che purtroppo ci ha toccato da vicino – del debito sovrano dei paesi periferici europei, i mercati finanziari abbiano vissuto due lustri dove, nonostante qualche turbolenza di breve durata (come, ad esempio, il secondo semestre del 2018), sono saliti in modo piuttosto consistente. 

Un rialzo che ha riguardato, in modo indiscriminato, quasi tutti gli asset finanziari, sia quelli considerati – spesso a torto – meno rischiosi che quelli, invece, dove la forte volatilità l’ha fatta sempre da padrona. Lo scenario di questo primo semestre del 2022, invece, ha riservato brutte sorprese a qualunque risparmiatore, dal più audace fino a quello maggiormente improntato alla prudenza. 

Perché anche gli investitori più prudenti hanno registrato perdite da inizio anno?

I corsi obbligazionari, infatti, sono scesi in misura piuttosto consistente, come raramente si era visto nella storia finanziaria, generando stupore in quei soggetti che hanno sempre prediletto investire in bond o fondi ad essi dedicati, solitamente dotati di una volatilità meno accentuata rispetto ad analoghi strumenti azionari. Il motivo, purtroppo, è presto detto. 

La guerra in Ucraina ha svolto un ruolo importante, ma secondo alcuni esperti non decisivo nel mondo obbligazionario. A causare questa forte discesa dei prezzi è stata l’inflazione, che si era già palesata nel secondo semestre del 2021 e si è accentuata ulteriormente nei primi mesi del 2022. Complice questo “evento”, le Banche Centrali, smentendo loro stesse (problema inflazionistico negato più volte lo scorso anno), non sono potute restare inermi. 

Quando l’inflazione inizia ad aumentare in modo significativo, erodendo i risparmi e il potere d’acquisto dei cittadini, l’unica arma disponibile, a maggior ragione dopo oltre un decennio di politiche monetarie accomodanti, è aumentare i tassi d’interesse per cercare di calmierare i prezzi. Questo rialzo, però, è avvenuto in modo più deciso rispetto a quanto paventato dagli analisti solo lo scorso anno, dando spago ad un’ondata di vendite nel comparto obbligazionario. 

Entrare oggi nei bond, grazie ad un sensibile aumento degli spread, può risultare interessante, purché si valuti la qualità dei titoli o della composizione dei fondi. Per quanto concerne, invece, gli strumenti maggiormente rischiosi, la qualità dei titoli da acquistare è ancor più rilevante. In una fase come quella attuale, dove la capacità di spesa si riduce, meglio puntare su emittenti di qualità relativi a comparti più difensivi e imprescindibili (salute, energia, finanza, assicurativi, etc..)

Come sfruttare gli storni degli ultimi mesi per cercare un po’ di rendimento positivo

Scegliere come investire è sempre particolarmente ostico. Ma lo è a maggior ragione in un contesto che potrebbe portare ad uno scenario di recessione, seppur non di elevata entità come quella avvenuta nel 2008. Per quanto concerne la parte del proprio portafoglio più “rischiosa” , una buona soluzione potrebbe essere rappresentata da strumenti come ETF o CFD sfruttando il fattore “leva finanziaria”, che, come ben esplicato in questa guida, possono creare un valore aggiunto importante in un momento di grande incertezza. 

Parliamo, come detto, di strumenti con un grado di rischio certamente non basso, che devono essere sapientemente dosati all’interno del proprio portafoglio, senza farsi condizionare da eventuali performance eccessivamente positive o negative, con un consiglio spassionato: la loro presenza in portafoglio, anche nel caso in cui l’investitore sia particolarmente azzardato, non deve mai superare la doppia cifra in termini percentuali. 

Nel caso dei CFD, ad esempio, esiste anche la possibilità di poter puntare sul ribasso di un titolo o di un indice, posizione che alcuni gestori di fondi hanno assunto già all’inizio dell’anno temendo una correzione dei mercati. Anche assumere posizioni “contrarian”, tuttavia, dev’essere fatto in modo coscienzioso ed equilibrato, tenendo fede ad un mantra imprescindibile della finanza che oggi è diventato quanto mai opportuno traslare all’atto pratico: diversificare