Il copyright nel mondo dei CD-DVD, come tutelarlo

Il problema di una regolamentazione normativa della proprietà intellettuale e commerciale di un opera, è un’esigenza nata in contemporanea all’introduzione della stampa. Il primo Stato ad introdurre una legge sul diritto di autore fu l’Inghilterra che, emanata nel 1709.

Nei decenni successivi molti Stati fecero lo stesso, inserendo all’interno della propria giurisprudenza le opportune leggi.
Nonostante in Italia i primi riferimenti normativi risalgono alla fine del ‘700, è solo nel 1865 che viene emanata una vera legge per la tutela del diritto d’autore
Tale norma è rimasta in vigore sino al 1941, anno in cui è stata introdotta la legge 22 n. 633 e il suo successivo regolamento del 18 giugno 1942 n. 1369.
Dalla sua introduzione, la legge è stata oggetto di numerose modifiche e riformulazioni.

I diritti dell’autore di un opera

Il copyright è declinato in due principali diritti dell’autore: il primo, definito diritto morale, è legato alla proprietà intellettuale delle opere prodotte; il secondo invece, il diritto patrimoniale, definisce la possibilità degli autori di sfruttare a livello economico il proprio lavoro.
Mentre il primo è un diritto assoluto e senza limiti temporali, il secondo ha un tempo ben definito (prima 70 adesso 50 anni).
L’autore che denuncia la proprietà di un’opera è quindi il solo avente il diritto di trarne un vantaggio economico e, di conseguenza, tutti coloro che effettuano una copia dell’opera (sia cartacea che in CD/DVD), compiono un illecito e potrebbero incorrere in una sanzione amministrativa e/o penale. A tal proposito, come potrete leggere nei paragrafi successivi, è necessario preservare l’autenticità del prodotto. Ci sono aziende come Consul+ che sul sito www.ologrammi.com realizzano barcode, bande olografiche o ologrammi adesivi di sicurezza con lo scopo, appunto, di tutelare i prodotti, in questo caso i CD.

La nascita della musica digitale

La Sony fu la prima azienda a lanciare sul mercato Giapponese il primo Compact Disc della storia.

Il 1° ottobre del 1982, data in cui venne presentato il nuovo prodotto, venne inaugurata l’era dell’ascolto della musica in digitale. Contemporaneo al lancio del CDP-101, le case discografiche iniziarono le prime produzioni di album discografici in formato Compact Disc.

Il 30 Novembre 1981 fu prodotto il primo album mediate supporto digitale: “The Visitors” degli ABBA; tuttavia, ci fu bisogno di aspettare ancora qualche tempo quando, nell’ ottobre del 1982 fu disponibile alla vendita il primo album in formato Compact Disc dal titolo “52nd Street” del cantante Billy Joel.

Da quando è stato introdotto, il compact disc ha sostituito gradualmente i dischi in vinile. Moltissimi produttori musicali scelsero il supporto del formato digitale, poiché offriva la possibilità di inserire negli album numerosi contenuti aggiuntivi come video e/o immagini.
Grazie alle sue caratteristiche tecniche, il CD venne sempre più utilizzato; a livello cinematografico con l’introduzione del DVD e a livello professionale per la semplice memorizzazione dei dati.
All’apice del successo, nei primi anni del 2000, il formato CD e DVD aveva del tutto soppiantato le musicassette, video cassette e floppy disc decretando ufficialmente la fine dell’era analogica a favore di quella digitale.

La pirateria informatica

Di pari passo con l’avvento delle nuove tecnologie è sorto il problema della pirateria nel settore musicale e cinematografico.
La pirateria è definita come una riproduzione non autorizzata di un’opera protetta da diritto d’autore.
La pirateria informatica si distingue in due principali tipologie:

  • Riproduzione non autorizzata: consiste nell’effettuare una copia di un opera senza il consenso del titolare. Di solito le copie hanno una mediocre qualità e sono vendute ad un prezzo minore rispetto all’originale.
    La masterizzazione è l’esempio più calzante di riproduzione non autorizzata.
  • Contraffazione: è un reato perpetrato sia nei confronti dell’autore sia nei confronti del consumatore finale tanto da configurarsi come una vera e propria fronde in commercio.
    Nella contraffazione il prodotto è molto simile all’originale tanto che, per i meno esperti, risulta molto difficile individuarne le differenze.

Il mercato discografico è stato tra i primi ad aver subito un importante danno economico a causa dalla pirateria digitale.
La copia non autorizzata e la contraffazione di album musicali determinarono ingenti perdite economiche a case di produzione e artisti, tanto da portare nei primi anni del 2000 ad una vera e propria crisi del settore.
Nel 2003 i danni economici globali della pirateria informatica arrivano a toccare i 29 miliardi di dollari.

Garantire l’autenticità di un opera: gli ologrammi per i CD e i DVD

Numerosi strumenti tecnici sono stati messi a punto difendere il diritto d’autore e distinguere il prodotto originale da quello contraffatto.
Una delle metodologie più utilizzare per garantire l’autenticità dei CD e dei DVD è l’applicazione di un ologramma.
L’ologramma è un bollino adesivo irriproducibile e che non è possibile rimuovere senza perderne l’autenticità. Al fine di rendere impossibile effettuarne una copia, viene prodotto con una plastica di colore metallizzato.
L’inchiostro utilizzato è una specifica tipologia termo-reagente ed è quindi impossibile scannerizzare.
In materia di copyright, l’ologramma è stato trattato per la prima volta nel 2000 nell’articolo 181 bis della legge 248 che ne ha definito la sua funzione e disciplinato il suo utilizzo.
Il bollino oleografico ha lo scopo di dimostrare l’autenticità di un prodotto, ed è un valido strumento utilizzato dalle forze dell’ordine per riconoscere le copie contraffatte.
In tal modo, è tutelato sia il diritto dell’autore sia il consumatore finale.
La normativa impone l’utilizzo del bollino di autenticazione su tutti i CD e DVD , fatta eccezione per le copie ad uso privato.