Caso Suarez, cosa rischia la Juve con la giustizia sportiva?

Il “pasticciaccio”, come in modo un po’ troppo benevolo lo hanno definito diversi media italiani, potrebbe avere conseguenze importanti per la Juventus dal punto di vista della giustizia sportiva. L’esame farlocco di Luis Suarez, presso l’Università per Stranieri di Perugia, volto a certificare il livello B1 di italiano, necessario a sua volta per accelerare il conseguimento del passaporto italiano, per il momento coinvolge i vertici dell’ateneo umbro sul piano penale, visto che sono stati già spediti i primi avvisi di garanzia. Le ipotesi di reato sono quelle previste dagli articoli 110 e 319 del codice penale ma il tutto potrebbe allargarsi anche ad altri reati come “rivelazione di segreto d’ufficio” e “falsità ideologica”.

I fatti

Nelle intercettazioni sono citati anche dirigenti di altissimo livello della Juventus, come il direttore sportivo Fabio Paratici, ma in modo marginale e per il momento senza evidenziare coinvolgimenti diretti. Vale la pena ricordare che la Juventus, ad inizio settembre, era intenzionata a chiudere l’acquisto dell’attaccante uruguaiano dal Barcellona: con grande sorpresa, però, si è presto scoperto che Suarez non possedeva lo status di comunitario e la Juve aveva già esaurito i due slot per l’acquisto di nuovi extracomunitari. Il centravanti ha passato l’esame, ma sulle modalità e sui giudizi della commissioni ci sono enormi dubbi (“non spiaccica una parola d’italiano”, “parla all’infinito”, “la mia paura è cosa dirà di fronte alle domande in italiano dei giornalisti”, questi i passaggi più significativi delle intercettazioni). In ogni modo, le tempistiche per ottenere il passaporto italiano sarebbero state comunque troppo lunghe, la Juventus non avrebbe chiuso l’affare entro il 5 ottobre e i bianconeri si sono fiondati su Alvaro Morata (su minutidirecupero.it troverete un’interessante analisi di quest’acquisto, sia dal punto di vista tecnico che economico).

L’apertura dell’inchiesta della procura federale

Insomma, se sul lato penale per il momento non ci sono rischi per la Juve, la giustizia sportiva seguirà come sempre un altro percorso. La procura della FIGC, tramite il suo numero uno Giuseppe Chiné, ha già chiesto gli atti alla procura di Perugia (che fa capo a Raffaele Cantone), seguendo quindi quanto dice l’articolo 129 del Codice di Giustizia Sportiva della FIGC. Cantone invierà immediatamente una parte dei documenti dell’indagine in atto, utili a portare avanti l’inchiesta sportiva.

Nonostante i risultati delle due inchieste potrebbero essere opposti, esse procederanno in parallelo ed eventuali sviluppi delle indagini saranno presi in considerazione direttamente anche la procura federale. Cosa rischia la Juventus dal punto di vista sportivo? Sarà probabilmente determinare quale sia stato il ruolo del club bianconero all’inizio della vicenda. L’avvocato Turco, tirata in ballo dalle sopracitate intercettazioni e da anni legale della Juventus, ha rivendicato la correttezza di tutti i passaggi, fatti per mettere in contatto l’entourage del giocatore con l’ateneo ma senza alcuna pressione verso l’università.

Sarà questo il fulcro dell’inchiesta sportiva, anche perché se dovessero emergere responsabilità importanti della Juventus nell’organizzazione dell’esame “farsa” di Suarez, in quel caso i campioni d’Italia potrebbero rischiare molto.

Il codice FIGC parla chiaro ed è stato arricchito dopo lo scandalo Passaportopoli ad inizio degli anni 2000 che coinvolse numerose squadre (tra tutte l’Inter) e giocatori. L’articolo 32, comma 7, recita:

“Le società nonché i loro dirigenti, tesserati, soci e non soci di cui all’art. 2, comma 2, che compiano direttamente o tentino di compiere ovvero consentano che altri compiano atti volti ad ottenere attestazioni o documenti di cittadinanza falsi o comunque alterati al fine di eludere le norme in materia di ingresso in Italia e di tesseramento di calciatori extracomunitari, ne sono responsabili applicandosi le sanzioni di cui ai successivi commi 8 e 9”.

Se questa situazione dovesse richiamare quest’articolo, le sanzioni varierebbero da un’ammenda (in caso di responsabilità oggettiva) a penalizzazioni, retrocessioni o esclusioni dai campionati  in caso di responsabilità diretta.

Ad oggi, però, molti legali ritengono più probabile che si possa rientrare al massimo nell’articolo 4, comma 1, visto che siamo in una fase pre-embrionale di un eventuale tesseramento. Si tratterebbe di “mancata lealtà” e il risultato massimo sarebbe un’ammenda.