Cartomanzia, un’arte che nasce da lontano

Avete sempre voluto scoprire le origini della cartomanzia, ma non l’avete ancora fatto? Questa è davvero l’occasione perfetta, dal momento che, in merito alle origini della cartomanzia, continuano a circolare numerose versioni. In alcuni casi, infatti, pare che tali origini si debbano far risalire addirittura agli antichi cinesi, come vera e propria derivazione rispetto al domino. Quest’ultimo, a dispetto di ciò che in tanti potrebbero pensare, nei tempi antichi non era affatto un gioco, quanto piuttosto un utilissimo strumento per provare a predire quella che era la volontà degli dèi. Al giorno d’oggi è chiaro che tutto è cambiato ed è inevitabile come pure l’accesso alla cartomanzia sia molto più semplice. D’altro canto, l’evoluzione tecnologica ha portato con sé dei vantaggi piuttosto evidenti, grazie a piattaforme come https://www.cartomanziaevolution.it/

Cosa avveniva nei tempi antichi

Si parla delle origini della cartomanzia soprattutto con riferimento ai tarocchi, che cominciarono a diffondersi nel Vecchio Continente dal 1500 in avanti. Non è certamente un caso che già nel corso dell’epoca medievale, venivano largamente impiegate delle carte per effettuare dei riti divinatori. Come si può facilmente intuire, il significato che veniva attribuito a tali pratiche è decisamente differente rispetto a quello affibbiato al giorno d’oggi.

Un gran numero di studiosi ha messo in evidenza come già il popolo degli antichi Egizi era perfettamente a conoscenza dell’uso di strumenti che ricordavano molto le attuali carte da gioco, con il chiaro intento di provare a ottenere informazioni utili per predire il futuro. In effetti, la curiosità di scoprire quello che ci può aspettare negli anni a venire è senza dubbio un cruccio comune a un po’ tutte le epoche e generazioni.

La diffusione dei tarocchi

Una volta che cominciarono a diffondersi anche nel Vecchio Continente, ecco che i tarocchi venivano apprezzati soprattutto nelle regioni dell’Italia settentrionale durante il 1500. In questo caso, c’è da mettere in evidenza come venivano impiegate per lo svolgimento di un gran numero di giochi e di passatempi, venendo un po’ meno a quella volontà di predire esclusivamente il futuro, quasi in modo sacrale.

Il mazzo originale dei tarocchi poteva contare sulla presenza di ben 78 carte. Pare, secondo gli esperti, che esattamente da questo tipo di mazzo deriva quello usato al giorno d’oggi in buona parte dei Paesi del Vecchio Continente. Scendendo un po’ più nello specifico, ecco che le prime 56 carte che fanno parte del mazzo hanno subito una suddivisione in quattro semi diversi. Si tratta di successioni che prendono il via dall’asso fino ad arrivare al re, per poi ospitare le tre figure e differenti numeri.

Non solo, dal momento che poi a seguire c’erano altre 22 carte, che venivano chiamate “i trionfi”. Come mai venne usato questo nome? A quanto pare, si tratta di una denominazione che venne attribuita alle carte successivamente, nel momento in cui il mazzo dei tarocchi non era ancora così diffuso nei giochi in tutta Europa. Insomma, ci sono ancora tantissime cose da scoprire in merito al reale utilizzo dei tarocchi nel corso dell’epoca rinascimentale. Infatti, a quanto pare, diverse tesi sostengono che venivano impiegati anche alla stregua di rappresentazioni mistiche e simboliche, con un significato altamente differente rispetto a quello attuale.

Al giorno d’oggi, infatti, la cartomanzia si è anche evoluta come arte, visto che si prefigge di interpretare le carte dei tarocchi. È chiaro che tale significato va ricercato nei simboli delle carte che vengono pescate. Nella maggior parte dei casi, il cartomante va a sfruttare un’interpretazione che risulta essere stata codificata addirittura tra il 1700 e il 1800 in tutta Europa. D’altro canto, ormai ci sono sistemi molto all’avanguardia, come internet e i cellulari, per poter provare a interpretare le carte dei tarocchi, che sono sempre molto affascinanti nonostante il passare delle epoche.