Prevenzione, l’uovo di colombo contro i tumori?

Oggi torniamo a parlare di prevenzione. Tutti noi sappiamo che la prima lotta al cancro deve essere fatta in tavola. Il protagonista della news di oggi è l’uovo di colombo contro i tumori, da utilizzare non in ambito alimentare. Scopriamo insieme di cosa si tratta.

Pizza contro il cancro

La scorsa settimana, qui su Legnostorto, abbiamo avuto modo di parlare della pizza contro il cancro. Facciamo riferimento a una ricetta molto semplice, arricchita di alimenti, che dovrebbero essere serviti in tavola al fine di rendere proficua la prevenzione contro i tumori di vario tipo ma non solo… Per capire quanto stiamo dicendo, infatti, è possibile confrontarsi con un nutrizionista, capace di darvi ogni dettaglio circa i cibi antitumorali che dovrebbero essere presenti in ogni dieta quotidiana. In questo ambito il riferimento alla dieta mediterranea è d’obbligo, dato che questa contiene un forte apporto di zuccheri e vitamine necessarie al nostro corpo per difendersi anche dalle malattie.

L’uovo di colombo contro i tumori

Una delle ultime novità in campo alimentare riguarda proprio l’uso dell’uovo di colombo contro i tumori. Ebbene si, negli ultimi anni la ricerca di cibi diversi da quelli che abitualmente arricchiscono la nostra alimentazione sta prendendo corpo, anche da un punto di vista salutare. Attenzione però perché questa volta l’utilizzo dell’uovo di colombo potrebbe scindere da prodotto finale che arriva in tavola. Uno studio pubblicato sulla rivista Scientific Reports dall’Università di Kyoto e realizzato in collaborazione con ricercatori di Stati Uniti, Francia e Arabia Saudita ha dimostrato come usare l’uovo di colombo contro i tumori.

Cure anti-cancro

L’uovo di colombo, secondo quanto emerso dallo studio in questione, potrebbe diventare un vero e proprio mini laboratorio dove poter testare le cure anti-cancro. Il tutto è reso possibile dal fatto che le cellule, tumorali in questo caso, si sviluppano in pochissime ore, accelerando notevolmente l’attività dei ricercatori. Ad esprimersi sulla ricerca è stato il coordinatore Fuyuhiko Tamanoi:  “Fare lo stesso nel topo avrebbe richiesto settimane. Così possiamo usare questo modello per testare farmaci personalizzati nel giro di una settimana“.