Investire in azioni, i consigli di Warren Buffett per chi conosce poco i mercati

Coloro che si affacciano per la prima volta sui mercati finanziari di norma si pongono tante domande, dal come scegliere il conto di trading alla selezione degli asset in linea con il proprio profilo di rischio, e passando su come si investe in Bitcoin . A fornire di recente consigli di investimento, a chi non conosce troppo i mercati finanziari, è stato anche il miliardario Warren Buffett che è il presidente ed amministratore delegato della Berkshire Hathaway.

In particolare, durante un’intervista rilasciata Cnbc On the Money, l’imprenditore ed economista statunitense Warren Buffett, che è soprannominato l’oracolo di Omaha, ha suggerito, a chi conosce poco le dinamiche che regolano i mercati finanziari, di acquistare ‘un fondo dell’indice S&P 500 a basso costo’ considerando che l’indice azionario americano garantisce diversificazione e, storicamente, dei buoni ritorni con un’ottica di investimento nel lungo termine.

Chiaramente quello di Warren Buffett è un consiglio di investimento conservativo rispetto all’investimento in un paniere ristretto di azioni. Investire sull’indice azionario americano S&P 500 significa infatti puntare sulle prime 500 società a stelle e strisce per capitalizzazione, e quindi diversificare ampiamente l’investimento anche rispetto ad altri indici primari della piazza azionaria di Wall Street come il Nasdaq 100 ed il Dow Jones, l’indice delle blue chips che è composto da un paniere di 30 titoli, quelli delle società americane con la capitalizzazione più elevata in assoluto per il mercato azionario a stelle e strisce.

Realizzato nel 1957 dall’agenzia di rating Standard & Poor’s, l’indice S&P 500 oscilla in ragione dei prezzi delle azioni delle 500 società che lo compongono. Per ogni azienda dell’S&P 500 il suo peso nell’indice risulta essere direttamente proporzionale al suo valore di mercato e, quindi, alla sua capitalizzazione. Della gestione dell’indice S&P 500 si occupa S&P Dow Jones Indices che è una joint venture che è controllata da McGraw Hill Financial. Sull’S&P 500, inoltre, dal 1982 è stato introdotto pure il contratto future che, tutti i giorni di borsa aperta, viene negoziato e scambiato sul CME, il Chicago Mercantile Exchange.

Rispetto al Dow Jones, al giorno d’oggi è proprio l’S&P 500 l’indice azionario più importante non solo per il fatto che, grazie ai future sull’indice, è possibile per gli investitori effettuare operazioni di copertura, ma anche perché il paniere dei 500 titoli azionari rappresenta il punto di riferimento, il benchmark come si dice nel gergo finanziario, per i fondi comuni di investimento, per le banche d’affari ed anche per le case di brokeraggio e per gli asset manager.

In base all’aumento ed alla diminuzione della capitalizzazione del mercato, la composizione dell’S&P 500 varia periodicamente attraverso l’ingresso nel paniere delle azioni di alcune società, e l’uscita di altre. Al riguardo un recente rapporto di Hermes Investment Management rivela come il tasso di ingresso/uscita delle società quotate sull’S&P 500 sia aumentato negli ultimi decenni. In particolare, nel 1958 la media di ‘sopravvivenza’ di un titolo nell’S&P 500 era pari a ben 61 anni, mentre al giorno d’oggi si è scesi ad una media di soli 18 anni.