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Onestamente non si faccia di “Tutto il gioco…un solo fascio”. Non sarebbe giusto

Qualche voce fuori dal coro per fortuna ogni tanto esiste e si sente. Qualcuno che parla a favore del mondo del gioco lecito, dei casino online e dei suoi operatori in modo che non vengano bersagliati da norme troppe restrittive, oppure penalizzati da una burocrazia “imponente” che va anch’essa a danneggiare sempre e soltanto il gioco legale. Sembra strano, di conseguenza, l’atteggiamento di qualche politico che si esprime in senso positivo, poiché dalla politica il gioco non ha certo ricevuto tante “carezze”, anzi…

Si è affermato “in alte sfere politiche” che, nel corrente anno, il gettito erariale proveniente appunto dal mondo-gioco potrebbe diminuire, e non di poco, a causa delle misure restrittive che vengono poste in atto a livello locale che vanno a limitare il gioco lecito, ma che vanno a rimpinguare quello illegale. I regolamenti regionali e le ordinanze (di tutti i tipi) vanno a favorire il gioco illecito e questo, considerando che detti provvedimenti “provengono dallo Stato”, sembra veramente incoerente: è come se lo Stato andasse contro se stesso, contro la legalità, anche se (si presume) in buona fede ed inconsciamente.

Si è anche sottolineato che l’eccesso di controlli di carattere burocratico e vessatorio, emessi in nome del contrasto all’infiltrazione criminale che “sguazza” nel settore ludico, rischia effettivamente di “spingere” un gran bel numero di giocatori verso la clandestinità, verso l’illegalità del gioco che è controllata dalla criminalità organizzata al 100%. Anche i limiti imposti dagli Enti Locali finiscono per avere gli stessi risultati: distanziometri ed orari di funzionamento delle apparecchiature di gioco sono da ostacolo solo per quello lecito ed aprono, anzi spalancano, invece le porte per l’accesso a quello illegale. Porte che là sono sempre aperte e disponibili in qualsiasi ora del giorno (e parte della notte).

E, poi, ancora dopo un anno si discute del fantomatico accordo trattato in Conferenza Unificata: non si esce dal pantano in cui tutte le parti si sono arenate ed, attualmente, ci si trova in “un nulla di fatto” che non si comprende a chi possa giovare od interessare. Se l’accordo per il gioco pubblico sarà eccessivamente restrittivo si andrà a favorire il gioco clandestino e non certo l’Erario. La speranza è che si concluda con un accordo “intelligente” che freni la troppa distribuzione e coinvolga magari gli Enti Locali nell’attività ludica, visto che gli stessi Enti vengono chiamati in causa dai propri territori sia a livello sociale che a livello sanitario.

Quello che è chiaro è che esistono casino online legali e gioco (illecito): quindi, non è tutto uguale e questo argomento va affrontato “con le pinze” se non si vuole, per intervenire, far male alla parte “giusta”. Attenzione, obbiettività, conoscenza dei problemi del settore, coscienza e rispetto nei confronti di un mondo dal quale lo Stato ha preso tantissimo e sta restituendo “niente”. Un comportamento malsano, se si permette questo termine un po’ irriverente, ma alquanto realistico: anche non fare niente… fa male ed in questo caso, fa tanto male. Si lascia un settore ed i suoi componenti alla deriva: peggio, lo si lascia morire perché non si ha la forza di “fare qualcosa” per proteggerlo. C’è gioco e gioco: ma quello che “ci piace” non può essere abbandonato, non sarebbe giusto neppure sotto il profilo economico per lo Stato, tralasciando il profilo sociale ed occupazionale.

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