Fitch conferma il rating dell’Italia

Con una nota, l’agenzia internazionale Fitch ha elogiato il governo italiano per le riforme economiche e istituzionali che sta cercando di attuare, pur confermando il rating a BBB+. La ragione è che l’outlook, ovvero le prospettive di cambiamento, sono stabili e il governo sta cercando di garantire la stabilità, ma c’è il pericolo che la situazione possa crollare se, col referendum per la riforma costituzionale gli elettori si pronunceranno contrari.

Fitch si è espressa e le sue affermazioni sanno di ricatto: o passa la riforma costituzionale o vi abbasso ancora di più il rating. Il premier Matteo Renzi, impegnato a New York, per ora non ha rilasciato dichiarazioni, e anche questo è un male.

Male perché Fitch dovrebbe essere un’agenzia imparziale e dovrebbe solo snocciolare “voti”, i giudizi sugli elettori e su come votano si possono dire davanti a un bicchiere di vino seduti a un tavolino al bar, non certo in una nota istituzionale, prima indorando la pillola e poi farla mandare giù a forza. Qualora gli elettori italiani nel referendum di ottobre votassero contro l’abrogazione della riforma costituzionale promossa dal Governo, il rating quindi diminuirebbe perché non ci sono le condizioni di stabilità? E, secondo Fitch, è meglio un governo stabile a costo di diventare dittatura, oppure meglio un popolo che si esprime democraticamente, magari mandando a casa governanti succubi di altre nazioni e agenzie?