Facebook punta alle tue emozioni

Pur non volendo Facebook ha dovuto ammettere di lavorare ad un progetto tendente a rilevare le emozioni dei propri utenti, anzi i brevetti su cui il Social sta lavorando sono due: la Calibrazione dinamica per il tracciamento oculare e Tecniche per il rilevamento delle emozioni e la distribuzione dei contenuti.

Progetti potenzialmente rischiosi

La rivelazione giunge dai documenti presentati da Facebook, 229 pagine in totale, con i quali Facebook argomenta la propria difesa nello scandalo della cessione dei dati personali a Cambridge Analytica. Questi documenti sono stati presentati al Congresso Americano.

Proprio in quei documenti Facebook ha dovuto ammettere di possedere questi due brevetti di “eye tracking”, insomma Facebook sta lavorando per rilevare i movimenti oculari degli utenti e carpire in questo modo le emozioni stesse di chi sta utilizzando Facebook.

L’interrogativo, più che legittimo in una situazione in cui tante violazioni della privacy sono state commesse dal famoso Social è relativa all’utilizzo che Facebook farà del rilievo delle emozioni, soprattutto se questo avverrà con consapevolezza e consenso dell’utente oppure no.

Identificazione degli utenti con il eye tracking?

Facebook ha puntualizzato che non sta lavorando all’identificazione dei propri utenti attraverso i movimenti oculari ma questo non significa poi molto: a Facebook importa relativamente poco sapere chi sei dal movimento degli occhi, tanto è in grado di identificarti lo stesso attraverso l’account che stai usando.

Quello che, invece, è molto utile a Facebook è ottenere informazioni utili dall’analisi dello sguardo, carpendo le tue emozioni. Lavorare sulle emozioni per ottenere un vantaggio di carattere commerciale è una cosa senza prezzo.

L’applicazione commerciale del rilievo delle emozioni

Nell’utilizzo di Internet ci comportiamo inconsapevolmente come animali, nel senso buono, affidandoci a comportamenti impulsivi non consciamente controllati. Per fini commerciali è importantissimo, lo sanno bene i web designer, capire verso quali pulsanti, Box, grafiche lo sguardo si rivolge in modo istintivo, informazioni fondamentali per studiare l costruzione di immagini e layout più efficienti nel carpire la tua attenzione e condurti istintivamente verso gli elementi che chi ha progettato tale grafica e disposizione desidera che tu attenzioni in particolare.

Il controllo delle emozioni

Che cosa genera alcune emozioni in te? certamente in base alle emozioni regoli il comportamento, non è logica, è sentimento e istinto. Poter veicolare dei contenuti, dei suggerimenti di carattere pubblicitario sulla base delle tua emozioni ha un potenziale enorme.

Nel momento in cui ti viene proposto un contenuto di un messaggio pubblicitario oppure una proposta di un’azienda, qual è la tua risposta emotiva? il rilievo di questo dato è di notevole importanza per chi lo propone al fine di tarare al meglio, ottimizzare il messaggio in modo da generare il massimo della risposta emotiva positiva, incrementando la possibilità di penetrazione pubblicitaria.

Il problema della Privacy

Se vuoi andare sotto analisi, a confessare ad una persona i tuoi pensieri, sentimenti, emozioni, molto probabilmente ti affiderai ad uno psicanalista o, tutt’al più, ad un sacerdote che ti ascolterà e ti consiglierà. In ogni caso la scelta di aprirti anche nel tuo profondo emozionale resta una tua scelta libera e consapevole.

Sei d’accordo che una società che, in fondo, si basa esclusivamente sul guadagno e mette in pratica ogni strategia per guadagnare di più sfrutti il rilievo delle tue emozioni per questi fini senza che tu ne sia consapevole? e se neghi tale autorizzazione, sei certo che questo non avvenga comunque?

Ci troviamo di fronte ad un fatto che è molto più di quello che sembra, siamo di fronte ad una società che scaverà nelle tue emozioni, altro che dati personali, qui andiamo molto più nel profondo e nell’incontrollabile, pericoloso. Probabilmente in molti penseranno di revocherei l’iscrizione, ciascuno è libero di fare ciò che vuole, basta essere consapevoli.

Articolo scritto in collaborazione con: Napolinewstoday.it