Cannabis, il futuro economico italiano

L’Italia si è adeguata alla società moderna con la vendita della cannabis terapeutica e ricrecativa (povera di THC- tetraidrocannabinolo, sostanza che colpisce i ricettori del cervello stimolando il rilascio di dopamina). Sulla scia degli USA, nelle cui casse nel 2016 sono entrati circa6,7 miliardi di dollari (basti pensare che in solo Colorado le vendite hanno raggiunto quota 1,3 miliardi) anche l’Italia si mette in carreggiata.

L’Organizzazione mondiale della sanità, pur mettendo in evidenza il bisogno di verifiche ulteriori, ha dato prova che in parte può rappresentare un vero toccasana per la nostra salute.

Cannabis, il business del futuro

A solo un anno dall’entrata in vigore della legge 242, voluta per liberalizzare e sostenere la coltivazione della canapa, come fa Canaparepublic.it la canna non è più un sogno proibito.

Così, le farmacie anche se con la massima cautela iniziano a fiutare il profumo del business, non a caso il musicista hip hop Gué Pequeno ha ideato una linea di bustine fumabili chiamate Zen, e persino i comuni tabaccai si  sono fatti concedere l’autorizzazionea a vendere regolarmente confezioni da uno e due grammi con la dicitura “Per uso tecnico”.

L’avvocato Giacomo Bulleri, considerato un’autorità in tema di droghe e canapa industriale spiega che “In teoria, chi le acquista dovrebbe utilizzarle come profumatore per ambienti mentre fumandola si potrebbe incorrere nella contestazione dell’articolo 75 del testo unico sugli stupefacenti. Chiaro che, essendo senza Thc, le conseguenze legali non esistono”.

Cannabis business, quali sono i guadagni potenziali

Il guadagno potenziale per chi vuole intraprendere tale attività è di diversa portata, che muta in base alla qualità del fiore e alla varietà di prodotto che il singolo coltivatore ha la capacità di estrarre e trasformare.

Ecco dunque così che sia i nuovi che i vecchi fumatori, si fiondano a capofitto su quello che sembra un vero e proprio scenario macroeconomico che sembra sia il futuro dell’economia nostrana. Un’economia che ha bisogno solo di prendere il volo.

In fondo gli amanti della canna vogliono solo potersi sentire liberi di vivere all’aria aperta la loro passone tranquilla, e senza volerlo cominceranno così a contribuire in modo pacifico e quasi signorile alla fioritura del seme della cannabis, in un’Italia che se non del tutto “amsterdamizzata”, almeno in parte ha abbandonato la propria linea difensiva proibizionista.

Per i giovani, prima di essere legalizzata, una cultura va lentamente integrata. E oggi la cannabis light rappresenta una vera svolta. Perché nonostante sia vero che sono in particolare gli over 30 a fumarla, è vero anche che la curiosità e il passaparola stanno permettendo di avvicinare alle canne del “non sballo” un numero molto alto di giovanissimi.

Pare che in ogni negozio sono molti i clienti universitari stressati dagli esami, ragazzi che non vogliono più vivere lo stress della droga illegale. Senza poi contare quelle mamme che decidono di acquistarla per le figlie al fine di allontanarle da giri di persone poco raccomandabili. E infine ci sono coloro che la usano a scopo terapeutico, insomma una vasta clientela per il futuro dell’economia italiana.