Bitcoin buono per il trading online, decisamente meno per i pagamenti

Il Bitcoin per i pagamenti è ormai diventata una criptovaluta non solo troppo costosa, ma anche troppo lenta nel validare le transazioni. C’è da credere in tutto ciò se alla The North American Bitcoin Conference di Miami, in programma il prossimo 18 ed il 19 gennaio del 2018, gli organizzatori hanno reso noto che per gli ultimi biglietti disponibili per l’evento non saranno più accettati i pagamenti in Bitcoin.

Trading online Bitcoin, magre soddisfazioni per gli investitori long

A riportarlo è il sito Internet del Quotidiano economico e finanziario ‘Il Sole 24 Ore’ a conferma di come al crescere dei Bitcoin ‘minati’ la criptovaluta più capitalizzata non sia più idonea per i pagamenti alternativi alla moneta elettronica, ovverosia all’uso della classica carta di credito o di debito, ma anche ai classici borsellini elettronici come Neteller, Skrill e Paypal. Per il trading online sul Bitcoin, la cui guida completa è consultabile al sito https://www.criptovalute24.com/guida-al-trading-bitcoin/ , c’è anche da dire che ultimamente la criptovaluta non sta regalando grosse soddisfazioni a chi ha aperto posizioni long, ovverosia a chi continua a scommettere su un rialzo delle quotazioni nel breve e nel brevissimo periodo dopo aver sfiorato quota 20 mila nello scorso mese di dicembre.

Basti pensare che attualmente il Bitcoin, sulle migliori piattaforme di scambio, passa di mano attorno a quota 13.500 contro il dollaro americano, e che la performance negli ultimi 30 giorni è clamorosamente negativa. Il passivo a 30 giorni per la criptovaluta più capitalizzata, infatti, è di circa il 13% a conferma di come i guadagni sulle criptovalute non siano ‘sicuri’ come invece spesso si legge in messaggi pubblicitari e banner sul web, e spesso con adv veicolati anche come spam nelle caselle di posta elettronica.

Efficienza e scalabilità per le criptovalute, dal Bitcoin al Bitcoin Cash

Di conseguenza, se sui migliori exchange i trader online possono acquistare e possono vendere criptovaluta con facilità ed in tutta sicurezza, lo stesso non dicasi spesso quando con le monete virtuali in possesso si punta all’acquisto di beni e/o di servizi. Il problema non è infatti legato solo alle aziende che accettano o meno la criptovaluta per l’e-commerce, ma anche all’efficienza ed alla scalabilità che monete virtuali come il Bitcoin sembrano aver perso del tutto. Non a caso, attraverso la cosiddetta hard fork, dal Bitcoin in data 1 agosto del 2017 è nato il Bitcoin Cash il cui nome sta proprio a indicare che, rispetto alla criptovaluta da cui è partita la scissione, le transazioni sono decisamente più veloci.

E così non sorprende il fatto che, rispetto al Bitcoin, la performance del Bitcoin Cash negli ultimi 30 giorni non è negativa ma positiva per un rialzo che sfiora i 40 punti percentuali. In particolare, rispetto ad un massimo sopra i 3.700 dollari che è stato toccato nello scorso mese di dicembre del 2017, attualmente il Bitcoin cash passa di mano a 2.500 circa contro il biglietto verde.